Vincent Van Gogh - Notte stellata sul Rodano - particolare (Musée d’Orsay, Parigi)

28 aprile 2013

Uno di noi


Carissimi lettori vi invito a sostenere un'importante iniziativa per la protezione giuridica della dignità del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento, nelle aree di  competenza UE, nelle quali tale protezione risulti rilevante.



L’embrione umano merita il rispetto della sua dignità e integrità. Ciò è affermato nella sentenza CEG nel caso  Brustle, che definisce l’embrione umano come l’inizio dello sviluppo dell’essere umano. Per garantire la  coerenza nei settori di sua competenza dove la vita dell’embrione umano è in gioco, l’UE deve introdurre un divieto e porre fine al finanziamento di attività presupponenti la distruzione di embrioni umani in particolare in tema di ricerca, aiuto allo sviluppo e sanità pubblica.


APPELLO AL POPOLO ITALIANO
In nome di chi non ha voce,
per dare solidità ai diritti dell’uomo,
per dare piena attuazione ai principi di dignità umana, uguaglianza e solidarietà,
per risvegliare le radici dell’Europa,
per ritrovare speranza in un rinnovamento civile e morale,
noi chiediamo di aderire all’iniziativa denominata “Uno di noi” sottoscrivendo su carta o telematicamente l’apposito quesito già registrato dalla Commissione europea ed ora aperto all’adesione dei cittadini dei 27 Stati dell’Unione.
Noi crediamo che “la questione sociale è divenuta radicalmente questione antropologica” (Benedetto XVI, Caritas in Veritate n.75).
Noi crediamo che il riconoscimento della sempre uguale dignità dell’uomo dal concepimento alla morte naturale è il fondamento della libertà, della giustizia e della pace (Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, 10.12.1948).
Noi constatiamo che le solenni dichiarazioni dei diritti umani rischiano di diventare strumento di oppressione contro l’uomo se viene accettata la più grave delle discriminazioni: quella che nega il diritto di vivere all’essere umano che si trova nelle condizioni più emblematiche dell’esistenza, quali sono il nascere e il morire (Giovanni Paolo II, Evangelium vitae n. 18).
Se il figlio concepito e non ancora nato è “il più povero tra i poveri” (Madre Teresa di Calcutta, premio Nobel per la pace), allora la negazione della sua stessa esistenza ed anzi il tentativo di considerare un diritto la sua distruzione è la “sconfitta dell’Europa” (Giovanni Paolo II, 28 ottobre 1985).
Il 2013 è stato proclamato “Anno della cittadinanza europea” per rendere i cittadini d’Europa più consapevoli della loro appartenenza ad una Unione di valori. Il Trattato di Lisbona, entrato in vigore alla fine del 2009, ha introdotto la possibilità di iniziative di cittadini come strumento di partecipazione democratica che obbliga le Istituzioni a prendere in considerazione e discutere quanto viene richiesto.
Perciò i cittadini, esprimendo una larga adesione all’iniziativa “Uno di noi”, possono aiutare l’Europa a ritrovare la sua anima.
Dichiarando che ogni essere umano fin dal concepimento è uno di noi essi chiedono che la dignità umana sia messa al centro della integrazione europea e che ogni risorsa economica e intellettuale dell’Unione sia destinata sempre a promuovere la vita umana e mai distruggerla.



Possono aderire i cittadini europei di età superiore a 18 anni.
Come documento di identificazione in Italia si può indicare solo la carta di identità o il passaporto. L’uso di un diverso documento (ad esempio la patente) determinerebbe la nullità della adesione e un danno per l’iniziativa.
Si può aderire una sola volta. Firmare più volte sia su carta, sia per internet porterebbe lo stesso danno sopra indicato.
Si può aderire in due modi:
Telematicamente, entrando nel sito www.oneofus.eu (o direttamente nel sito della Commissione europea alla pagina https://ec.europa.eu/citizens-initiative/ECI-2012-000005/public/index.do?lang=it).
Si può scegliere la lingua e compilare i campi proposti.
Su carta. Il sito internet del comitato italiano (www.mpv.org) riporta la scheda utilizzabile che può essere scaricata, stampata e fotocopiata.
Ogni modulo riporta lo spazio per 10 adesioni. Naturalmente è valida anche l’iniziativa del singolo e possono essere inviate agli organizzatori schede con poche adesioni.
L’importante, però è che nessuna firma vada perduta. Perciò è preferibile firmare negli appositi luoghi fissati dagli organizzatori e sulle schede da questi distribuite. Singole associazioni e parrocchie possono organizzare il servizio. Il Movimento per la vita realizzerà presso le proprie sedi periferiche dei punti stabili di raccolta.
In ogni caso le schede con le firme devono essere inviate il più celermente possibile al Comitato organizzativo italiano (Lungo Tevere dei Vallati 2, 00186 Roma) all’attenzione del responsabile della privacy.
Non è necessario l’autenticazione da parte di un pubblico ufficiale, ma è indispensabile che le schede siano redatte in modo chiaro e leggibile. Vi sarà un controllo finale a campione e perciò è necessaria la chiarezza della scrittura.
Il tempo disponibile per la raccolta delle adesioni scade il 1° novembre 2013. C’è, dunque, abbastanza tempo per realizzare una grande mobilitazione. Ma è indispensabile che dall’Italia arrivio un esempio incoraggiante agli altri Paesi. Perciò nella prospettiva di non contentarsi del solo milione di adesioni richiesto
dalla normativa, dobbiamo tentare di ottenere un milione di firme entro il prossimo maggio per poter annunciare che ce l’abbiamo fatta, ma che continueremo per rendere veramente forte la voce dei popoli e per partecipare all’anno della cittadinanza europea, tale è il 2013, connotandolo con l’espressione di una coscienza europea fondata sul riconoscimento della dignità umana, sempre.