Pietro e Giovanni accorrono al sepolcro la mattina della Resurrezione Eugène Burnand,, 1898, Parigi, Musée d'Orsay |
"A chi di noi non piacerebbe essere qui questa sera con la stessa faccia tutta spalancata, tutta tesa, tutta desiderosa, piena di stupore, di Pietro e Giovanni in cammino verso il sepolcro la mattina di Pasqua? Chi di noi non desidererebbe essere qui con quella tensione a cercare Cristo, che vediamo nei loro volti, con il cuore pieno di quell’attesa di trovarlo ancora, di rivederlo di nuovo, di essere attratti, affascinati come il primo giorno? ...
Ma chi di noi aspetta veramente che possa succedere una cosa come questa? Come loro, anche noi facciamo fatica a dare credito all’annuncio delle donne, cioè a riconoscere il fatto più sconvolgente della storia, a darvi spazio dentro di noi, a ospitarlo nel cuore perché ci trasformi. Anche noi, come loro, sentiamo il bisogno di essere di nuovo afferrati, perché si ridesti in noi tutta la nostalgia di Cristo. Domandiamo insieme allo Spirito Santo di ridestare in ciascuno di noi l’attesa, il desiderio di Lui".
Ma chi di noi aspetta veramente che possa succedere una cosa come questa? Come loro, anche noi facciamo fatica a dare credito all’annuncio delle donne, cioè a riconoscere il fatto più sconvolgente della storia, a darvi spazio dentro di noi, a ospitarlo nel cuore perché ci trasformi. Anche noi, come loro, sentiamo il bisogno di essere di nuovo afferrati, perché si ridesti in noi tutta la nostalgia di Cristo. Domandiamo insieme allo Spirito Santo di ridestare in ciascuno di noi l’attesa, il desiderio di Lui".
Dall’Introduzione di Julián Carrón agli Esercizi della Fraternità di Comunione e Liberazione, «Nella corsa per afferrarlo» 4 aprile 2014