Vincent Van Gogh - Notte stellata sul Rodano - particolare (Musée d’Orsay, Parigi)

07 marzo 2015

Al mattino




Al mattino  di Adriana Mascagni

Al mattino, Signore, al mattino
la mia anfora è vuota alla fonte
e nell’aria che vibra e traspare
so che puoi farmi grande, Signore.
La, la la ...

E le ore del giorno, al mattino
di tua gloria son tenera argilla.
Uno è l’alveo del mio desiderio:
ch’io ti veda, ed è questo il mattino.
La, la la ...



Al mattino è nata così: io sono una dormigliona e faccio fatica la mattina sempre, fin da allora, ad alzarmi. In più, a quell'epoca facevo un po' di resistenza, perché voleva dire alzarsi per preparare gli esami e non avevo molta voglia neanche di questo. Ma Giussani, in questo, mi aiutava moltissimo: mi affiancava persone gentili, che mi venivano a prendere a casa per portarmi a studiare alla biblioteca Sormani, e una di queste persone era Peppino Zola. Quella mattina venne a prendermi con la lambretta: improvvisamente mi sono accorta che il mattino presto era stupendo; c'era quell'aria fresca, pulita, e soprattutto la percezione della preziosità dell'inizio, perché nell'inizio c'è la percezione del divino, nell'inizio c'è il divino, l'inizio è gesto del Mistero, è gesto del divino, e in quel gesto divino c'è la promessa di una grandezza, di una gloria di cui tutto quello che viene dopo, le ore del giorno, sono come una tenera, fragile argilla della gloria, della Sua gloria. E allora tutti i miei desideri si riassumevano in un: "Che io ti veda, ed è questo il mattino".

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